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Gli europeisti, gli antieuropeisti, e i falsi europeisti…

Pubblicato lunedì 31 marzo 2014 alle 19:37:03 - By Romano Garofalo

 

Vignetta di Marco Vuchich

 

Lo confesso: a me sarebbe piaciuto girare l’Europa e definirmi, a pieno titolo, non italiano ma “europeo”. Non per scarso attaccamento al paese che mi ha dato i natali, ma perché definirsi europeo avrebbe significato rifiutare ogni tipo di provincialismo, riconoscere nell’altro qualcuno, se vogliamo diverso per origine e cultura, ma simile a te per un “comune senso di appartenenza”.


Temo proprio che questo non sia più possibile. Ormai i provincialismi in questo pazzo e schizofrenico paese chiamato Italia, la stanno facendo da padroni. I bottegai, i commercianti, certi piccoli imprenditori, e l’intellettuale della Lega, Matteo Salvini, auspicano che la Lombardia e il Veneto si dividano dall’Italia ed entrino a far parte della Confederazione elvetica.


E per certi versi hanno anche ragione, i bottegai: loro hanno come orizzonte della loro vita la bottega, e se la bottega non vende, tutto il loro mondo crolla. La grande idea d’Europa che fu di uomini come Altiero Spinelli o Helmut Koll non riempiono la loro pancia: i banchieri svizzeri, forse si.


E poi, accanto agli antieuropeisti ci sono anche “i falsi europeisti”, cioè quelli che si, un’ Europa la vorrebbero anche, ma non come “unità nella diversità”, ma solo se tutti gli altri sono “uguali a loro”.


Per cui, che vi devo dire?... Rinchiusi ancora una volta nel nostro provincialismo, speriamo almeno che, dopo esserci lasciati alle spalle prima i “democristiani”, poi i “berlusconiani”, possiamo sopravvivere anche ai “renziani” e andare oltre…dove?...poi vedremo…(r.g.)

 

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